QUESTA LEGGENDA AFRICANA, CI PORTA A RIFLETTERE SULL’ IMPEGNO PERSONALE PER LA COLLETTIVITA’.

IN QUESTO PERIODO CI PORTA A RIFLETTERE SULL‘IMPEGNO DI TUTTI I MEDICI E GLI OPERATORI SANITARI CHE SVOLGONO IL LORO LAVORO SENZA SOSTA E A RISCHIO DELLA PROPRIA SALUTE PER METTERSI A SERVIZIO DEI MALATI DI COVID-19.

IN OGNI ESSERE UMANO C’E’ UN PICCOLO “COLIBRI’ INTERIORE” UNA PARTE GENEROSA E CORAGGIOSA CHE CI SPINGE ALL’ALTRUISMO.

ALLORA CHIEDIAMO A NOI STESSI: IN QUESTO MOMENTO, COME POSSO FARE LA MIA PARTE?

BUONA LETTURA E BUONA RIFLESSIONE!

Dott.ssa Pierangela Vallese

IO FACCIO LA MIA PARTE- LEGGENDA AFRICANA

Un’antica leggenda africana narra che  un giorno, in una foresta africana, per l’eccessiva calura scoppiò, all’improvviso, un incendio.

Di fronte all’avanzare delle fiamme, tutti gli abitanti, terrorizzati, cominciarono a scappare.

Tutti, tranne un piccolo Colibrì, che raccoglieva una goccia d’acqua nel suo becco e la portava sull’incendio. E poi di nuovo via: ritornava al laghetto raccoglieva una goccia d’acqua e la portava nuovamente verso il fuoco.

Il leone allora che, di lontano, intanto osserva la scena, chiese con sarcasmo all’uccello :

“Che combini, sciocco! Non vedi che la foresta sta bruciando e tutti gli animali scappano? Cosa pensi di fare ?”.

Il colibrì guardò il leone negli occhi e  gli rispose:

IO FACCIO LA MIA PARTE!”.

Il leone si mise a ridere: “Tu così piccolo pretendi di fermare le fiamme?” e assieme a tutti gli altri animali incominciò a prenderlo in giro. Ma l’uccellino, incurante delle risate e delle critiche, si gettò nuovamente nel fiume per raccogliere un’altra goccia d’acqua.

A quella vista un elefantino, che fino a quel momento era rimasto al riparo tra le zampe della madre, immerse la sua proboscide nel fiume e, dopo aver aspirato quanta più acqua possibile, la spruzzò su un cespuglio che stava ormai per essere divorato dal fuoco.

Anche un giovane pellicano, lasciati i suoi genitori al centro del fiume, si riempì il grande becco d’acqua e, preso il volo, la lasciò cadere come una cascata su di un albero minacciato dalle fiamme.

E all’improvviso, tutti i cuccioli d’animale si prodigarono insieme per spegnere l’incendio che ormai aveva raggiunto le rive del fiume.

Dimenticando vecchi rancori e divisioni millenarie, il cucciolo del leone e dell’antilope, quello della scimmia e del leopardo, quello dell’aquila dal collo bianco e della lepre lottarono fianco a fianco per fermare la corsa del fuoco.

A quella vista gli adulti smisero di deriderli e, pieni di vergogna, incominciarono ad aiutare i loro figli. Con l’arrivo di forze fresche, bene organizzate dal re leone, quando le ombre della sera calarono sulla savana, l’incendio poteva dirsi ormai domato.

Sporchi e stanchi, ma salvi, tutti gli animali si radunarono per festeggiare insieme la vittoria sul fuoco.

Il leone chiamò il piccolo colibrì e gli disse: “Oggi abbiamo imparato che la cosa più importante non è essere grandi e forti ma pieni di  CORAGGIO e di GENEROSITA’.

Oggi tu ci hai insegnato che anche una goccia d’acqua può essere importante e che «insieme si può» spegnere un grande incendio.

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